Altro che aumenti: a marzo le pensioni saranno ancora più basse

Ogni anno le pensioni, in teoria, aumentano per effetto della rivalutazione. Nei fatti, però, le cose spesso vanno un po’ diversamente: a marzo pensioni molto più basse del solito!

Non siamo ancora arrivati alla fine del secondo mese del 2025 e già ci piovono in testa un mucchio di brutte notizie che, quasi sempre, riguardano le pensioni. La prima notizia che abbiamo accettato con molta difficoltà riguarda il fatto che, per ora – e non si sa per quanto tempo ancora – la Legge Fornero non verrà cancellata.

giorgia meloni
Altro che aumenti: a marzo le pensioni saranno ancora più basse -(foto Ansa)- Flaminiobertoni.it

In seguito il simulatore online dell’Inps ci ha fatto spaventare aggiungendo uno scatto di tre mesi sull’età pensionabile salvo poi ritrattare tutto ma il dubbio, sotto sotto, ci è rimasto. La batosta più grande riguarda, tuttavia, la rivalutazione degli assegni Inps che, quest’anno, si è fermata allo 0,8% contro l’8,1% del 2023 e il 5,4% del 2024.

Questo significa che le pensioni minime – che superano di poco i 600 euro al mese – sono aumentate di circa 3 euro. Ma le batoste non sono ancora terminate in quanto i pensionati a marzo riceveranno una bruttissima sorpresa: l’assegno previdenziale sarà molto più basso del solito. Nel prossimo paragrafo vediamo perché.

Pensioni più basse a marzo: ecco perché

Marzo dovrebbe essere un mese di gioia e di festa: inizia la Primavera, le giornate si allungano, più luce e temperature più gradevoli. Ma per milioni di pensionati marzo sarà un mese tremendo in quanto gli assegni dell’Inps saranno ancora più bassi del solito. Vediamo il motivo di questi tagli.

uomo anziano
Pensioni più basse a marzo: ecco perché/flaminiobertoni.it

Già le pensioni italiane, mediamente, sono piuttosto basse: se poi vengono ulteriormente abbassate, la situazione può diventare davvero complicata per tantissimi anziani che già arrivano a fatica alla fine di ogni mese. Come tutti ben sappiamo, a differenza di quel che accade in altri Paesi come, ad esempio l’Albania dove le pensioni non vengono tassate, in Italia le pensioni vengono tassate con le medesime aliquote Irpef degli stipendi.

Non solo: alle tasse statali bisogna aggiungere anche le addizionali regionali e comunali. Ed è proprio a causa di queste ultime che a marzo le pensioni saranno più basse: da marzo e fino a novembre, infatti, verranno applicate le ritenute comunali le quali variano naturalmente in base all’importo della pensione ma anche in base al Comune di residenza.

A partire da marzo il Comune tratterà, quindi, il 30%. Come anticipato le aliquote variano da Comune a Comune. Ad esempio un pensionato che ha una pensione lorda di 1500 euro al mese e risiede nel Comune di Roma – dove l’addizionale comunale è dello 0,9%- pagherà un’addizionale annua di 526,50 euro, circa 58 euro al mese da marzo fino a novembre.

Lo stesso pensionato se avesse residenza nel Comune di Milano non pagherebbe nulla perché a Milano non pagano le addizionali comunali i redditi fino a 23.000 euro lordi all’anno. Pertanto, in tal caso, vivere in un posto piuttosto che in un altro fa una grande differenza anche per la pensione.

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